Questo blog fino a poco tempo fa vantava un articolo in più. Era un mio racconto, totalmente inventato da me, e mi piaceva quello che avevo scritto, ne andavo orgogliosa. Adesso però quella pagina è sparita dal mio blog, cancellata per sempre dalla blogosfera.
Pensavo a questo prima, mentre mi preparavo per uscire, e poi, come succede spesso, la mia mente ha iniziato a divagare. Ho cominciato a chiedermi quanto il giudizio degli altri abbia sempre influito sulle mie decisioni, quante volte io abbia fatto o non fatto qualcosa solo perché temevo l’opinione negativa delle altre persone.
Ho provato a contarle ma sarebbero decisamente troppe e alcune anche troppo lontane nel tempo. Anche perché, come ci si può ricordare di una cosa mai fatta? Con il passare del tempo mi pento sempre delle cose non fatte e dette, ma lì per lì la paura di essere giudicata negativamente mi blocca.
Solo adesso, dopo l’ennesima cosa non fatta, mi rendo conto che questo comportamento è insensato e dannoso soltanto per me. Le persone ti feriscono nella misura in cui permetti loro di farlo; dal momento in cui io deciderò che i loro pareri non mi interesseranno più, proprio perché fuori luogo e senza una vera motivazione alla base, allora smetteranno di essere limitanti per me. E voglio cominciare da subito. One day or day one, you decide.
Ben vengano le critiche costruttive, quelle che mi aiutano davvero a migliorarmi, ma da adesso basta farmi spaventare dalle critiche sterili di chi nemmeno mi conosce o prova un sadico piacere nel buttare giù gli altri solo per sentirsi migliore.
Oggi è il mio day one.